ArcelorMittal

L’autotrasporto chiede un incontro su ArcelorMittal

Torna in primo piano l’autotrasporto siderurgico che opera per la multinazionale ArcelorMittal, che ha rilevato gli impianti dell’Ilva, però senza sciogliere i nodi degli autotrasportatori. Ne è prova la lettera che a luglio 2020 cinque sigle dell’autotrasporto (Anita, Fita Cna, Confartigianato Trasporti, Fai e Fisi, con quest’ultima che rappresenta gli spedizionieri industriali) hanno inviato al Presidente del Consiglio e ai ministri dello Sviluppo Economico e dei Trasporti.

Dopo avere ricordato l’importanza dell’autotrasporto per l’industria siderurgica, le associazioni spiegano che “la fornitura dei servizi di trasporto è sempre stata garantita dalle nostre imprese, con grande senso di responsabilità, pur dovendo sopportare oneri economici non dovuti che però, oggi in piena crisi, sono divenuti insopportabili”. Il primo nodo segnalato dalle sigle è la “revisione delle condizioni contrattuali peggiorative che di fatto erode la già bassissima remunerazione delle nostre imprese e che comporta una assegnazione dei servizi oggettivamente fuori mercato”, cui si aggiunge un “forte ritardo nei pagamenti che può compromettere la sopravvivenza di molte imprese”, che prosciuga la liquidità necessaria per operare. Non solo: gli autotrasportatori sono molto preoccupati che i ritardi si trasformino in mancati pagamenti: “Si profila all’orizzonte un incubo che i trasportatori hanno già vissuto con Ilva e la successiva gestione commissariale: fornire servizi caricandosi dei relativi costi e vedersi riconoscere, se va bene, solo minima parte di quanto a loro dovuto”.

L’autotrasporto chiede anche un quadro minimo di certezze anche per il futuro sui crediti accumulati finora.

A fronte di questa situazione, le associazioni chiedono al Governo d’intervenire con ArcelorMittal. Se questi nodi non saranno sciolti, conclude la lettera al Governo, “non possiamo escludere che le imprese assumano iniziative di protesta che possano portare alla sospensione dei servizi offerti”.

Le associazioni chiedono quindi l’apertura di un Tavolo tra Governo, azienda e rappresentanti delle imprese.

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